sabato 29 novembre 2008

"Il vero e il falso Keynes": il confronto continua

Caro Magrone,

replico alle tue considerazioni sul mio articolo, premettendo che, in larga misura, le condivido e le trovo pienamente pertinenti. In considerazione di ciò, mi soffermo su un solo punto che, per quanto attiene alla politica economica, mi pare di massima rilevanza. Il tuo rilievo critico, per il quale la revisione dei parametri di Maastricht impone tempi lunghi che nella fase attuale non ci si può permettere di aspettare, merita attenzione. E’ vero che la modifica degli assetti istituzionali europei non si fa in un giorno, ma – potrai convenire – i vincoli imposti dal Trattato di Maastricht sono insussistenti sul piano scientifico e molto discutibili sul piano della policy. Mi permetto, a riguardo, di segnalarti il sito http://www.appellodeglieconomisti.com/, promosso da oltre cento economisti italiani (me compreso), i cui contenuti, dal 2006, diedero vita a un ampio dibattito in sede parlamentare. Non se ne fece nulla, e solo a fine 2008 ci ritroviamo governi di destra che si accorgono della stupidità del Patto.
Se accogli questa prospettiva, non mi pare che la dicotomia fra politiche di breve (sì, vero, tradizionalmente keynesiane) e di lungo periodo abbia ragion d’essere: si può contestualmente lavorare nella prospettiva anche da te suggerita, per l’aumento della domanda effettiva, e, in un orizzonte temporale più ampio, per far sì che anche domani questa stessa linea di politica economica non incontri vincoli: ancor più, se tali vincoli sono – e saranno - immotivati.

Un saluto cordiale
Guglielmo Forges Davanzati

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