Pensieri su un omicidio negato e su un magistrato, un uomo...
di Alessio Pepe
La voce di Nicola in tribunale… le sue urla di rabbia per dare suono e volume ai deboli respiri di Palmina…mi sono entrati in circolo dal petto come lava calda… Ora, solo ora che l’ho visto sugli scranni da lavoro capisco tanto di più e tanti suoi potenti sguardi umili…Questo brivido che provo è quello che io chiamo "il senso" nella mia disillusa vita… ai miei occhi, ora più che mai, la sua sagoma scavalca anche i fumi dei miei più attenti pensieri, il vapore inconsistente della mia rabbia e delle mie passioni…ora l'immagine di persone che sviolinano principi e si pavoneggiano dietro il semplice indossare una divisa onorata da altri si fa più limpida.
Sono passati sei anni dal mio primo incontro con lui, ma i ricordi sono ancora vividi. Quello è stato uno dei momenti che hanno segnato e premonito il cambiamento di vita che mi attendeva alle porte...
Ora il suo esempio rigenera l’amore profondo per i mei alamari, per la sua toga, per l’ideale di giustizia spesso vinta dal buio e dal dubbio…voglio essere per la gente e tra la gente...
Quotidianamente mi ritrovo a dover ingozzare ingiustizie ed errori obbligato all'obbligo ed al silenzio.
Qualcuno cerca di instillarmi dei principi... poi subito dopo mi comanda di credere a questi, ma non troppo...
Per evitare il rigetto è necessaria una determinata soglia di tolleranza che non credo troverò mai, ma l'esempio di persone come lui...
Quando incontro gli stupidi e i corrotti penso alle ragioni della smisurata stima di chi meglio di me lo conosce, alcuni giorni mi sveglio e faccio fatica a riempire la mia divisa della passione che ho sempre avuto. Delle persone autorevoli che ho incontrato nella mia vita…credo che un magistrato, quell’uomo in particolare sia stato l’unico esempio buono che ho avuto.