venerdì 13 agosto 2010

Spostati di ieri e di oggi

di Tony Tundo

C’è stata in questi giorni a Bari una sterile querelle, sia pur in toni non accesi, fra il Sindaco della città e il Presidente della Provincia su un problema che è davvero gravissimo, il commercio della droga con tutte le sue implicazioni sociali ed economiche. D’accordo sulla necessità di contrastare la criminalità e sostenere “l’antimafia sociale” il Presidente della Provincia, però, ironizza e critica l’appello del sindaco - Per almeno un mese non si droghino - e chiosa la sua critica affermando “Dire ai drogati di non drogarsi è come dire ai fumatori di non fumare” Se è vero, ed è vero, che il monito di Emiliano appare superficiale, l’affermazione di Schittulli (oncologo) non è affatto condivisibile né nel metodo, né nel merito: il fumo fa male, questo è certo, ma è altrettanto certo che un fumatore non è un drogato. Una pericolosa confusione! E’ inoltre la solita storia, se un politico della stessa parte dice una castroneria, i suoi sodali la avallano senza pudore, se è un avversario politico a farlo, se ne discute il metodo e il fatto diventa secondario: quando il dito indica la luna l'imbecille guarda il dito. Il problema droga c’è – in estate, sulle spiagge, nei pub ancor più - ed è grave, le istituzioni - tutte - non dovrebbero sottovalutarne la portata perché il commercio e l'uso di droghe sono una delle fonti, la più tentacolare, del degrado socio-culturale, né dovrebbero delegare famiglie, scuola, parrocchia, circoli sportivi, tutte agenzie educative oggi molto marginalizzate. Insistano nella lotta, con tutti i mezzi che hanno a disposizione, contro gli affari che gravitano intorno al commercio di droga perché le formule persuasive sono palesemente vuota propaganda. L’uso di sostanze stupefacenti è un fenomeno antico e complesso, non è mai superata – io credo - la lettura del saggio di Jünger Avvicinamenti , droghe ed ebbrezza” in cui l’esito della ricerca si riassume e condensa in questo fondamentale e sempre attuale assunto “La tossicomania si rivela sintomo di un disagio, proditoria riappropriazione di un orizzonte negato, tentativo di cura di una malattia più grave[…] relazione sacrale, magica fra il qui e ora e l'altrove".
Non è cambiato molto, certo le modalità e l’approccio sono oggi più facili e a buon mercato rispetto agli ultimi due secoli – ci sono droghe di nuova generazione, e a basso costo, in forma di bevanda – ma le motivazioni non sono cambiate: Il disagio! Si indaghi sulle responsabilità, non strumentalmente, e le Istituzioni ne hanno perché gli affari, anche del sistema bancario globale, del narcotraffico li conoscono bene. A nulla serve un dibattito televisivo sul tema “la droga è conformismo oppure è, al contrario, anticonformismo?” Ne abbiamo sentito discutere ad Annozero: scoppia il caso – il cantante Morgan fa outing sulla stampa, dichiara la sua dipendenza e viene escluso da Sanremo - e si confeziona una discussione, due idee a confronto; non è la realtà, è lo show. Come una sorta di show la prima pagina su due discoteche di Milano nei cui privé si fa uso di droga quando si sa che in tutte le discoteche a Milano come a Lecce entrano stupefacenti. Colpiamo qualcuno, faremo vedere che ci siamo e siamo vigili; non lo facciamo con tutti; perché? Forse non conviene?
Non è cambiato molto, di differente dal passato c’è che oggi anche la droga democraticamente è alla portata di tutti, gli spostati, i maledetti non sono i Baudelaire o i Poe, intellettuali sradicati alla ricerca di Godot, sono il commercialista, il chirurgo, il politico, il giovane senza futuro, sì anche quello annoiato, ma è meno allarmante? Ci saranno ragioni per la sua noia? Avremo noi, gli adulti, il dovere di motivarli questi giovani? Tutte vittime, alcuni vittime e carnefici alla stesso tempo; tutti anche inconsapevolmente alla ricerca di un Dio. A tal proposito Michaux confrontava, mi sembra con efficacia, l’avvicinamento alle droghe dell’orientale e quello dell’occidentale e scriveva:
”All'indiano bastava pronunciare il nome del dio che adorava, perché, comandato dalla parola, questi gli apparisse.
Quanto all'occidentale del giorno d'oggi, che da tanto tempo non crede negli dei, e che sarebbe incapace d'immaginare una forma in cui essi potessero apparirgli, ciò che la mente coglie, il solo dio che ancora percepisca e che sarebbe vano adorare, è l'infinita relatività”
C’è stata una spostata che ha fatto sognare generazioni di uomini, è morta tragicamente e misteriosamente in un giorno d’agosto del ’62, Marilyn Monroe; una storia, la sua, che evoca scenari non così diversi da quanto spesso sentiamo oggi, c’è tutto: la stella del cinema, i politici, la droga, una mistura micidiale.
A me sembra molto vera, e atroce nella sua attualità, nel breve brano che segue l’amara accusa - quasi denuncia/testimonianza - che la ragazza che Marilyn interpreta lancia a chi credeva amico e del quale scopre tutta la violenza e tutto il cinismo "assasssini, bugiardi, siete tutti assassini, voi e la vostra ipocrisia, bella libertà..." E’ un film, lo spaccato di una società avida, il personaggio ne avverte disgusto, la donna-attrice è stata schiacciata dal suo meccanismo.