Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Una nuova "Legge Acerbo" di Gigi Spedicato -Università del Salento
Voglio esprimere tutta la mia preoccupazione per gli effetti che il referendum Guzzetta-Segni, su cui dovremo votare domenica e lunedì prossimi, apporterebbe al meccanismo di elezione del Parlamento, con forti effetti distorsivi della volontà degli elettori. Il referendum mira infatti ad introdurre un premio di maggioranza alla "lista" (e non più alla coalizione) che risulti vittoriosa, quindi in Parlamento avrebbe la maggioranza assoluta un partito che nel Paese ha la maggioranza relativa, anche molto bassa. Tale premio avrebbe caratteristiche ben peggiori di quello che venne introdotto nel 1953 dalla"legge truffa": allora De Gasperi avrebbe ottenuto sì il 65% dei seggi, ma solo se avesse superato il 50% dei voti; il referendum di Guzzetta e Segni è invece simile alla legge Acerbo del 1923 che attribuiva il 66% dei seggi a chi avesse avuto la maggioranza relativa dei voti; la soglia minima era solo il 25%, nella "Guzzetta" non è prevista affatto. Inoltre il referendum induce la creazione di listoni che, proprio perché effimeri, manterrebbero la eterogeneità dei propri componenti per riproporne la conflittualità appena chiuse le elezioni, con sacrificio della rappresentatività e nessun vantaggio in termini di stabilità. La modifica servirebbe solo un principio estraneo alla nostra Costituzione: la determinazione del governo da parte degli elettori, mentre la Carta delinea un sistema in cui al Parlamento vanno le funzioni di rappresentante del popolo e di formazione della maggioranza che, nel dialogo col Presidente della Repubblica, individua il Presidente del Consiglio, dà la fiducia al Governo e lo sostiene. Tutti gli altri aspetti negativi della legge Calderoli resterebbero in vigore:- le liste bloccate di candidati scelti dalle segreterie dei partiti senza alcuna partecipazione popolare;- il premio per il Senato attribuito per regione, quindi legato alle vicende delle varie regioni e maggioranze al Senato risicate, o addirittura diverse da quelle della Camera;- l'ampiezza delle circoscrizioni, con lunghe liste di candidati del tutto estranei al territorio. Questi referendum vanno in direzione contraria a principi democratici essenziali della nostra Repubblica. Io mi asterrò dal voto, rifiutando le schede, e vi chiedo di fare altrettanto.