sabato 11 dicembre 2010

Magrone diventa molisano: targa e chiavi di cittadino onorario
[da primonumero.it]
Consiglio comunale straordinario a San Giuliano di Puglia per conferire la cittadinanza onoraria a «un magistrato che ci ha restituito la fiducia nella giustizia». Nicola Magrone, per sette anni e mezzo a capo della Procura di Larino, in pensione da poche settimane, ha ricevuto targa e chiavi simboliche del paese dal sindaco Luigi Barbieri in un’affollata sala Consiliare, dove è stato registrato qualche momento di tensione. A proposito della questione relativa al risarcimento miliardario che il Comune dovrebbe versare alle famiglie, Magrone ha auspicato la “straordinaria partecipazione dello Stato”.

San Giuliano di Puglia. E’ stato un consiglio comunale straordinario quello di sabato pomeriggio nella Sala del Comune di San Giuliano di Puglia, nel villaggio provvisorio costruito all’indomani del terremoto di otto anni fa dalla Protezione Civile, e dove ancora vivono – in attesa di rientrare nelle abitazioni ricostruite ex novo del centro storico – circa 150 persone. Straordinario, com’era l’evento, annunciato tempo fa da sindaco Luigi Barbieri: il conferimento della cittadinanza onoraria a Nicola Magrone, che per sette anni e mezzo ha guidato la Procura della Repubblica di Larino e che da poche settimane, a settant’anni, ha lasciato la magistratura.
Sala gremita, genitori delle vittime del sisma del 31 ottobre 2002 in prima linea, determinati a sancire con i loro applausi «l’impegno di un magistrato che ci ha restituito la fiducia nella giustizia». Il riferimento è alla battaglia processuale per riconoscere la colpa umana dietro la causa naturale che, secondo il terzo e definitivo grado di giudizio, «ha concorso ma non determinato il crollo della scuola elementare», e alla sentenza di colpevolezza a carico dei cinque imputati del processo attorno al crollo della “Francesco Jovine”, sotto le cui macerie sono morti 27 bambini e la loro maestra. Tra loro c’è anche l’ex sindaco di San Giuliano Antonio Borrelli la cui moglie, Carmela, ha assistito alla cerimonia di oggi. Una presenza, la sua, che ha fatto registrare momenti di tensioni e scontro, confermando, semmai ce ne fosse bisogno, quel clima incandescente che a tratti ancora strazia il tessuto sociale del piccolo comune terremotato.

Nicola Magrone è arrivato “da pensionato”, e ha ricevuto una targa e le chiavi simboliche del paese, come qualche anno fa accadde di fare al capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. Barbieri, con la fascia tricolore sul vestito scuro, l’ha rimarcato nel suo discorso introduttivo, illustrando le motivazioni dell’onorificenza che ha avuto il sapore, più che di un atto formale, di un gesto di affetto e riconoscenza.
«Il Consiglio Comunale decide di conferire la cittadinanza onoraria sulla base di un sentire comune di grande riconoscenza per il decisivo impegno del dottor Magrone nella dolorosa vicenda del crollo della Jovine» ha detto il sindaco richiamando alla memoria quelle difficili settimane seguite al sisma quando le denunce sulla “colpa dell’uomo” sembravano essere state dimenticate in un cassetto e l’arrivo del nuovo Procuratore capo di Larino «che ha aperto un filone d’inchiesta difficile, che oggi fa scuola come accaduto anche per il terremoto de L’Aquila, e che ha subito pressioni e attacchi per questa battaglia finalizzata al riconoscimento della verità». Qualche parola forte è volata fra l’accompagnatrice della moglie di Borrelli, evidentemente di avviso diverso rispetto alla maggioranza consiliare sulla “giustizia” della sentenza, e alcuni genitori delle vittime. Ma Luigi Barbieri ha sottolineato soprattutto, procedendo nel suo intervento, l’aspetto umano, «il carattere disponibile e generoso di una magistrato che è stato capace di infondere serenità e fiducia, specialmente dopo la sentenza di assoluzione degli imputati nel processo di primo grado».

Una lettura degli eventi che non ha incontrato il favore di tutti. Il consigliere di opposizione Venturini, che ha votato contro il provvedimento (gli altri due della minoranza si sono astenuti) ha contestato la decisione sulla base del fatto che «Magrone ha fatto il suo normale dovere di magistrato, al pari di chiunque altro svolga il suo lavoro in maniera ligia al suo ruolo», ed è stato contestato a sua volta dal pubblico, che invece ha salutato con un lunghissimo fragoroso applauso la firma dello stato di “cittadino onorario” da parte dell’ex Procuratore e la consegna degli attestati di stima: una chiave d’argento simbolo del paese, una targa con le motivazioni e una emblematica frase di Giovanni Falcone sulla “verità” e infine, da parte dei bambini, la targa fatta realizzare dal Comitato dei genitori delle vittime presieduto da Antonio Morelli, particolarmente affezionati a un magistrato che ha sempre sostenuto e dimostrato di seguire la muta richiesta di giustizia di quei 27 bambini che abitano un cimitero che lui conosce fin troppo bene.

«Voglio leggere oggi questa scelta – ha detto Nicola Magrone a Consiglio finito, su invito a parlare – come una definitiva volontà di riconciliazione del Comune. L’unanimità – ha aggiunto riferendosi alla polemica del consigliere di minoranza – è favorita dall’inerzia, mentre spesso la battaglia per la giustizia divide, così come divide anche la mia persona. Ma non si può arrivare a una vera rappacificazione se non si ristabiliscono i termini della verità. E la verità è che quella scuola non è crollata per un devastante terremoto. Mi sia consentito indossare una volta tanto – ha concluso il magistrato, notoriamente sfuggente rispetto alle griglie delle istituzioni – le vesti di un funzionario che invita al rispetto delle sentenze. Le sentenze, a cominciare da questa, vanno rispettate».

Il dottor Magrone, da molisano “adottato”, ha fatto anche una considerazione tecnica sulla spinosa questione del risarcimento che, secondo la sentenza, deve corrispondere alle famiglie il Comune di San Giuliano di Puglia, che nella sua richiesta, successivamente non condivisa dai giudici, sarebbe stato parte lesa. «Bisogna chiedere e ottenere che il risarcimento sia risolto attraverso una straordinaria partecipazione dello Stato, e non si tratta di chiedere l’elemosina bensì la garanzia che questo tessuto sociale e questo paese non crollino una seconda volta».

(Pubblicato il 11/12/2010)