martedì 14 dicembre 2010

L a Pace di carta di Tony Tundo

“L’educazione delle giovani generazioni non può che essere educazione alla pace e alla convivialità delle differenze”[...] “Daremo vita ad una vasta mobilitazione educativa in tutta la Regione Puglia”(N.Vendola)
Vendola, a modo suo (bella parola “convivialità”) dice quello che tanti insegnanti si impegnano a fare con centinaia di giovani, che stanno maturando – questo è il dato - un fastidio sempre maggiore nei riguardi dell’immigrato, invocano la pena di morte, sognano un futuro nell’esercito. Parliamo di pace a scuola, benissimo, è una fortuna poterlo fare. Meglio che niente, è vero. La marcia per la Pace Perugia-Assisi è pur sempre un’esperienza “conviviale”.
Eppure questi tempi richiederebbero, se ci fosse creatività e volontà, s’intende, un cambiamento radicale. Il programma “La mia scuola per la pace” sottoscritto da Regione Puglia, Ufficio Scolastico Regionale e Tavola della pace sarà sviluppato attraverso incontri, seminari, corsi di formazione, forum e laboratori.” Un percorso nel quale i giovani saranno guidati alla riscoperta del significato autentico dei valori della pace, della giustizia, della libertà e della responsabilità, pilastri fondanti della nostra Costituzione e della Dichiarazione Universale dei diritti umani”
Sono infinitamente stanca di queste belle parole, mille volte fotocopiate, quintali di carta e inchiostro, i ragazzi sono davvero sull’orlo di una crisi di noia, sono annoiati di noi docenti, dei libri, di Parini e di Guicciardini, di Napoleone e di Cavour; di trigonometria e coseni. E io ho voglia di entrare in classe e dire: via i libri, oggi scriviamo noi, recitiamo, Pirandello siamo noi: liberiamoci della maschera! Andiamo a farci raccontare la storia dagli anziani sulle panchine della piazza, le loro storie dai vecchietti della casa di riposo. Non so, forse farnetico, ma di una cosa son certa, la pace non si insegna - non a questa generazione - con le circolari, coi seminari, coi corsi di formazione, con le fotocopie. Loro hanno bisogno di esprimersi coi loro mezzi, nel loro linguaggio, che è ormai altro rispetto al nostro; ho sempre pensato di saper interessare i miei alunni, non ho “obbedito” ai programmi ministeriali, ho tagliato dalla 1° guerra mondiale le 11 battaglie dell’Isonzo per parlare della guerra di Corea. Insomma sono stata spesso una disubbidiente orgogliosa. All’improvviso sento che non basta. La pace è cercare l’armonia tra due mondi irreparabilmente lontani, quello degli adulti e quello dei giovani; presupposto è ammettere che li abbiamo generati, nutriti, illusi e abbandonati. Quale pace?
C’è un documentario, un’esperienza cinematografica, una lezione di vita che ti mette violentemente di fronte alla tua inerzia mentale e, insieme, ti dà una speranza; cercavo di fare chiarezza nei miei dubbi - fisiologico bilancio alla fine di una carriera? – l’ho trovata in A Slum Symphony di Cristiano Barbarossa http://www.youtube.com/watch?v=KldWQeZb6GI: si tratta di un metodo di insegnamento della musica a ragazzi a rischio di Caracas, quelli nati e vissuti nel barrio, quartiere povero venezuelano, che hanno scoperto la possibilità della pace attraverso la bellezza, la gioia, hanno lasciato le armi per il clarinetto. Non c’è in questo documentario l’amplificazione letteraria del personaggio, il prof. Keating, che ci ha appassionati nel film L’attimo fuggente, sono microstorie di ambienti malavitosi che un giorno hanno incrociato questo straordinario direttore d’orchestra Jose Antonio Abreu che è riuscito in un’avventura di enorme mole, ne è nata un’orchestra, la Simon Bolivar, che da cinque anni fa il giro del mondo. Coraggio, disciplina, amore, solidarietà, armonia. E fiducia nelle possibilità di tutti. E non è tutto: nel Venezuela c’è un autentico sistema di "mobilitazione" educativa indirizzata all’amore per l’arte senza frontiere, è stato realizzato un coro, Los Manos Blancas,
http://www.youtube.com/watch?v=aXWQgGg4awk&feature=related
sono bambini e ragazzi non vedenti o con altre forme di disabilità che, con altri bambini senza problemi sullo stesso palcoscenico, oscillano e svolazzano allegramente, ali di gabbiano sul mare. L’effetto è un alto insegnamento di pace nella diversità. Non vedo nelle scuole italiane ragazzi tanto gioiosi, in pace con sé stessi e con gli altri. Se provassimo a mettere davvero al centro loro… Dopo parteciperemmo tutti più volentieri alla Marcia di Pace Perugia-Assisi che è pur sempre un’esperienza “conviviale”.