mercoledì 29 giugno 2011

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO MOLTO VOLENTIERI

Erosione delle rocce e crolli lungo le coste rocciose: la Natura è viva e fa questo da milioni di anni!
"La Natura si riprende ciò che le appartiene!
Come mai c'è questo problema? Il motivo è molto semplice: abbiamo costruito direttamente: sul mare, dalla linea ferroviaria, alle strade, alle case".

di Oreste Caroppo
(Scogliera rocciosa con falesie, faraglioni, archi e grotte. Località Torre Sant’Andrea, costa del Mare Adriatico a Nord di Otranto - Sud-Puglia. Foto: salento.com )

Erosione delle spiagge e crolli lungo le coste rocciose: la Natura è viva e fa questo da milioni di anni, ma amministratori furbi e senza scrupoli gridano allo stato di calamità, fanno allarmismo e velato terrorismo psicologico, solo per introitare nuovi fondi pubblici da stornare opportunamente, al fine di generare clientelismo, loro vitale fonte di consenso, in assenza, nella più stratificata e contraddittoria demagogia, di alcun vero ispirato progetto per il territorio, volto davvero al bello ed al bene, che son inscindibili dal rispetto e dal primato assegnato alla Natura, e dunque all’uomo stesso che è parte cosciente della Natura stessa.
Se per alcune situazioni, beni ambientali o culturali di particolare pregio, rarità, valore simbolico o culturale a rischio, o questioni localizzate di prevenzione e sicurezza, alcuni interventi locali possono essere giustificabili, pensare di intervenire per congelare lo status di intere linee costiere è soltanto pura follia antropocentrica e totale assenza di saggezza! Nell'universo, gli esseri viventi che sopravvivano sono quelli che meglio si sanno adattare alla natura e ai suoi continui mutamenti, intervenendo sulla stessa, secondo le sue leggi, opportunamente piegandola, con il massimo rispetto dei suoi equilibri, alle loro vitali esigenze, senza mai superare, però, quel limite di rottura catastrofico, verso cui tanti famelici degenerati amministratori pugliesi di questi anni, meri cassieri elargitori di doni pubblici agli amici d'una vita o da comprare alla bisogna, stanno conducendo la nostra amata terra e con essa noi tutti suoi abitanti!

Oreste Caroppo, presidente del Movimento per La Rinascita del Salento

Condividendo perfettamente ogni saggia parola dell’articolo di Ferdinando Boero, docente di biologia presso l’Università del Salento, intitolato “La Natura non si fa ingabbiare”, apparso su Nuovo Quotidiano di Puglia, in prima pagina, sabato 5 giugno 2010, ne riportiamo qui di seguito l’importantissimo suo testo, certi che la sua massima divulgazione servirà per evitare ulteriori speculazioni politico-amministrative e conseguenti danni al bellissimo territorio salentino, tanto bello quanto immeritevole d’essere amministrato dall’attuale indegna sua classe dirigente, tanto di destra, quanto di centro o sinistra! [Forum Ambiente e Salute]

La Natura non si fa ingabbiare
di Ferdinando Boero
Continua la polemica, tutti contro tutti, sull'erosione che sta affliggendo i nostri litorali. I tecnici che propongono soluzioni miracolose al problema si attaccano tra loro, demolendo la validità delle proposte dei concorrenti e vantando le proprie. I gestori degli stabilimenti sono in rivolta, i proprietari di case sull'arenile chiedono che vengano salvate.
Intanto, ai difensori del litorale con soluzioni ingegneristiche suggerisco un bel viaggio in treno, lungo la linea adriatica, con posto finestrino lato mare.
A Nord del Gargano si sviluppa un sistema continuo di barriere che io chiamo la Lunga Muraglia Adriatica. Il problema dell'erosione è stalo risolto: ora al posto della spiaggia c'è un bel muro. A volte direttamente sulla spiaggia, a volte a qualche metro di distanza, in modo che si formi una bella lagunetta putrida.
Tutto è cominciato con il primo comune che ha fatto il suo muro. Quella difesa ha innescato una reazione a catena che ha portato in erosione i litorali vicini, anch'essi difesi con un bel muro (ce ne sono di tutti i tipi: barriere soffolte, barriere di massi naturali, tetrapodi in cemento, pennelli per pendicolari alta costa) e, nel giro di pochi decenni, tutta la costa è stata cementificata e massificata.
La Natura si riprende ciò che le appartiene!

Come mai c'è questo problema? Il motivo è molto semplice: abbiamo costruito direttamente: sul mare, dalla linea ferroviaria, alle strade, alle case. Lì abbiamo pensato che la costa, soprattutto quella sabbiosa, sarebbe rimasta al suo posto per sempre. In modo da garantire a noi la possibilità di goderne. Aspettative da bambini viziati. La costa sabbiosa si muove, è una cosa naturale.
L'erosione è una cosa naturale. La linea di costa cambia. Caso strano, poi, si costruiscono i porti e si insabbiano. Pare che la sabbia sia molto restia ad andare dove vogliamo noi! Non sì costruisce dove non si deve, le conseguenze le stiamo subendo e le subiremo ancora. Alla natura deve essere lasciato lo spazio per "muoversi". Le soluzioni messe in atto, invece, sono per imbrigliarla con pietre e cemento.

Qualche anno fa, a Tangeri, ho organizzato un convegno sull'erosione costiera nell'ambito delle attività della Commissione per il Mediterraneo. Sono venuti i migliori specialisti da tutto il mondo e alla fine, dopo giorni di discussioni e di confronti, si è arrivati alla conclusione che, dove possibile, sia meglio ritirarsi e lasciare spazio alla natura. A meno che non ci si trovi in Olanda. È anche normale che le falesie crollino. Se andate sulle Dolomiti, ci sono i ghiaioni. I ghiaioni sono fatti da massi e da ghiaia crollati, nel corso di milioni di anni, dalle montagne in erosione. Le nostre spunnulate sono il risultato del crollo delle volte di grotte formate dall'erosione dell'acqua di falda o di quella del mare.
Le nostre costruzioni si devono adattare ai ritmi della natura. È ovvio che i gestori di stabilimenti balneari siano disperati. Non possono arretrare, se la spiaggia arretra. Subito a ridosso della spiaggia ci sono edifìci in cemento (a volte gli stessi stabilimenti balneari) o una strada, o case. Se non ci fosse nulla, a parte la natura, la spiaggia si riformerebbe in un altro posto (dove magari ora c'è un porto, e se si insabbia ecco che arrivano le proteste). Come è sempre successo, nel corso della storia geologica del nostro pianeta. Il mare toglie da qualche parte e riporta da qualche altra parte. Pensare di fermarlo con il cemento e i massi non dà buoni risultati, basta andare lungo tutta la costa adriatica per capire come diventerà la nostra costa se perseguiremo quella strada.
Dobbiamo cominciare a pensare alla ritirata dalla linea di costa, ritirata delle infrastrutture, prima di tutto le strade, e poi le case, le decine di migliaia di case abusive che abbiamo costruito direttamente sulle nostre spiagge. Dobbiamo rifare tutto il nostro territorio costiero, c'è grande lavoro per gli ingegneri e gli architetti ma, per favore, che lavorino di concerto con geologi ed ecologi. Da soli hanno già fatto abbastanza guai, e il prodotto del loro lavoro passato non è una buona credenziale. Tutto il territorio nazionale è a rischio idrogeologico (per frane o erosioni) perche si è costruito dove non si doveva. Ci vuole una diversa cultura del costruire, una cultura che riconosca i diritti della natura, e che non pensi che si possa correggere tutto con un po' di cemento o un po' di massi. Le soluzioni proposte sono solo dei lifting che maschereranno il problema, ma non lo risolveranno.
La natura ha escogitato una soluzione infallibile al problema dell'invecchiamento: la produzione di nuovi individui. Noi vogliamo che tutto resti fermo e che nulla cambi. Ma il mondo non funziona così e la natura vincerà sul cemento. La soluzione al problema è radicale: occorre naturalizzare il sistema costiero, soprattutto nelle zone sabbiose. Le strutture, se proprio necessarie, devono essere temporanee, con palafitte di legno di facile rimozione. Se non lo faremo... accadrà lo stesso. Oppure il Salento diventerà come l'Olanda, o Rimini.