mercoledì 4 febbraio 2009

Un foglio bianco per ricominciare a pensare

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Sono davvero curiosa di trovare un mio collega che abbia capito

bene cos’è il saggio breve. E sappia, naturalmente, cosa deve

valutare nel saggio breve.

Parlo della prova scritta d’Italiano, il tema, o più precisamente,

quello che prima era il tema..

Si legge tra le linee guida suggerite dal Ministero: - il saggio è un testo

argomentativo che prevede parti espositive e narrative […],

la differenza tra il saggio e il saggio breve è che quest’ultimo è più breve -Vorrebbe dire?

Niente!

Oscurità, ignoranza o superficialità?

Prima tu, insegnante, dettavi una traccia, appunto solo una traccia,

su un foglio bianco che, se sulle prime spaventava, poi apriva un mondo,

scatenava la scrittura, poneva davanti a una sfida,

e l’intelligenza ha bisogno di sfide.

Una traccia che conduceva lo studente a dare forma e sostanza alle sue idee.

Ho nel cuore piccoli, e anche grandi, capolavori di creatività

sulle tracce dell’inquietudine del Tasso, della follia, del nido pascoliano,

dei miti contrapposti città-campagna in Pavese, dell’infanzia, della vecchiaia.

Quello che mi ha fatto innamorare del mio mestiere.

Quel foglio bianco si animava e, di volta in volta,

esprimeva la condivisione del dolore, la rabbia,

le illusioni come le delusioni, lo smarrimento dell’universo giovanile,

perfino il segreto di pensieri mai svelati.

Venti righe o quattro fogli, poco importava;

ora anche questo è cambiato, c’è la regola: tre righe, due colonne, non più.

Quasi che la sintesi sia essa, in assoluto, un valore.

Ma torniamo ai contenuti, ora all’alunno diamo già un foglio pieno,

un dossier, dieci pagine foto-copiate da leggere, documenti,

contenuti, già pronti, basta discuterli.

Non è poi così, l’alunno non fa che riassumere il pensiero di Tabucchi,

quello di Heidegger, di Flaiano,di Adorno ( ...ma chi sono poi costoro?...).

Il più delle volte trascrive scorrettamente anche i nomi,

ed è naturale, non riferisce una sua esperienza di studio,

ha trovato pronto il materiale, lo ha usato e via. Scuola usa e getta.

Cosa deve valutare, poi, l’insegnante? La capacità di sintetizzare idee altrui?

L’essere riuscito l’alunno a comporre un amalgama indigesto di pensieri?

Ridateci il tema, ridate ai ragazzi la libertà di esercitarla la fantasia.

Sta davvero spegnendosi, e pericolosamente.

Qualche rimedio occorre prenderlo e in fretta.

Partiamo da questo.