mercoledì 6 maggio 2009

Lettera aperta
Al Presidente della Camera dei Deputati
On. G. Fini

Difendiamo il diritto all’ istruzione dei figli degli immigrati irregolari già senza terra e senza cielo.

La norma che impone la presentazione del permesso di soggiorno “a chi chiede una prestazione pubblica”, compresa l’ iscrizione a scuola che verrebbe negata ai figli minori degli immigrati non in regola segna uno smarrimento di quei valori della persona che sono stati forza ispiratrice di secoli di pedagogia. La norma risulta ancora più folle e quindi ancora più inopportuna perché non tiene conto dei flussi migratori da qui agli anni ’60 dove i Paesi euro avranno più 50 milioni, l’ Italia più 12 milioni. La nostra Costituzione frutto della sintesi dei valori della cultura cristiana, liberale e socialista e tutte le convenzioni internazionali dei diritti dell’ uomo hanno sottolineato la centralità e il valore fondamentale e irrinunciabile del diritto all’ istruzione che i presidi-spia della nostra scuola con le loro denunce renderebbero diritto vano. L’ educazione, l’ istruzione, la formazione sono diritti sociali costitutivi della persona; sono infatti luce che aiuta a camminare nella storia, lavoro che aiuta a farsi protagonista della storia, autonomia che aiuta a camminare liberi e superare gli ostacoli quotidiani nella storia, libertà che aiuta ad essere progetto di futuro in una società costruita sul rispetto dei bisogni di tutti senza esclusione. I figli degli immigrati irregolari, senza terra e senza cielo sono anche senza parole, bambini costretti a vivere nel silenzio e nella solitudine della quotidianità lontana dai sapori, dai colori e dagli odori della propria terra. La nostra scuola deve accogliere questi bambini, deve dare a loro le parole che hanno perso perché con le parole della nostra scuola devono tornare a navigare nella società sotto un cielo da cui guardare la terra che sa accogliere e finalmente sa rinunciare al peccato dell’ esclusione. La Puglia, e il Salento in occasione del gravissimo flusso degli albanesi seppe rispondere e guadagnarsi la proposta del premio Nobel della solidarietà. Il Salento, nella figura di don Tonino Bello, ha avuto un maestro che ha insegnato la cultura della tolleranza e della convivialità che oggi ci deve sollecitare ad alzare la voce contro la Norma dei dirigenti scolastici spia che porta indietro la nostra storia nella tristezza e nella violenza del fascismo. Abbiamo ancora il dovere di gridare con forza la difesa dei diritti della persona, come il diritto all’ istruzione perché noi salentini siamo stati educati alla diversità perché abbiamo vissuto il rapporto con i popoli godendo della nostra posizione geografica come quella di porta d’ Oriente. La nostra storia ha radici lontane e profonde e si è nutrita dei valori diversi di tante civiltà per questo oggi ci proietta nella cultura della convivialità e quindi ci spinge a lottare a promuovere tutte le iniziative utili e necessarie per sopportare l’ iniziativa dei parlamentari volta ad evitare l’ approvazione di una Norma che offende gli italiani e tutti i cittadini europei che della civiltà dei diritti hanno fatto la luce guida della loro storia. L’ iniziativa del Presidente della Camera Gianfranco Fini ha evitato di scrivere ancora una volta un provvedimento contro la nostra Costituzione. Ma non basta per stare tranquilli; dobbiamo continuare a tenere alta la guardia contro i continui tentativi che arrivano da ogni parte per frantumarla.

Luigi Mangia