I pestaggi in carcere: un tentativo per capire attraverso l'esperienza nella scuola.
di Tony Tundo
Da Carlo Giuliani al G8 a Genova a Gabriele Sandri, il giovane tifoso laziale, a Federico Aldrovandi a Ferrara, al giovane ghanese a Parma, all'ultimo, il giovane Stefano Cucchi a Roma:
uccisioni illegali (per es. per legittima difesa), pestaggi, abusi di natura razzista e uso eccessivo della forza sono in crescita.
E' giusto ricercare le ragioni perché si tratta di fatti molto gravi.
Le Forze di Polizia svolgono un lavoro di fondamentale utilità, difficile e pericoloso, spesso con grande rischio personale, pertanto la mia riflessione e la mia analisi intendono rimanere strettamente nei limiti delle mie competenze ed esperienze; insomma non voglio certo sparare sulla Croce Rossa, ma qualcosa nel reclutamento dei futuri soldati missionari che, nientemeno, esportano la democrazia, dei futuri carabinieri e poliziotti tutori dell'ordine non va.
Riferisco ciò che vedo nella scuola, il proselitismo che viene fatto dalle Forze Armate di concerto con il Ministero della pubblica istruzione.
Si legge sul sito ufficiale del MIUR: Il ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca in una fattiva collaborazione con il Ministero della Difesa, concede ogni anno la facoltà agli Ufficiali delle Forze Armate di effettuare delle conferenze di orientamento destinate agli studenti che frequentano gli Istituti di Istruzione secondaria di II grado, campagne di arruolamento nei Carabinieri, in Polizia, nell'Esercito.
Da qualche tempo, credo da quando è stato abolito il servizio di leva obbligatoria perché siamo un Paese in cui governa la cultura della pace, il sistema di reclutamento lo fanno porta a porta, rastrellano ogni istituto superiore facendo leva sui "vantaggi" offerti dalla scelta della carriera militare: lo stipendio fisso, l'agognato lavoro, la casa, la famiglia, la carriera, il prestigio della divisa. L'orientamento è strutturatissimo, con video, opuscoli e ogni materiale informativo, ho visto stands espositivi, in cui vengono simulate prove di funzionamento di robots - non so cosa - per disinnescare ordigni, ho visto curiosità e voglia di provare negli occhi di ragazzetti tra i più refrattari all'impegno. Le conferenze cominciano quasi sempre così: "non son venuto a vendervi niente", allora puoi star certo che il prodotto da vendere è lì pronto, con gli stampati da compilare alla mano.
Sono anni che mi capita di incontrare ex-allievi del mio istituto che si sono arruolati solo per uno sbocco lavorativo, ma questo è scontato; quello che io trovo preoccupante è che spessissimo davvero si tratta di studenti che a scuola davano e avevano grossi problemi comportamentali anche e soprattutto determinati da disagi economici, più facili prede dunque, catturati, se non snaturati da logiche di potere. Così mi chiedo: se metti in mano a questi giovani un'arma, gli metti addosso una divisa, non assumeranno per loro la dimensione del riscatto, non daranno loro la possibilità di usare l'aggressività un tempo emarginante in strumento di potere?