Riceviamo da Oreste Caroppo
-coordinamento civico per la tutela della salute e del territorio-
La Provincia tuteli la salute di tutti i cittadini, anziché gli interessi speculativi e nocivi di pochi!
La Provincia di Lecce si preoccupi della bonifica del territorio contaminato dalla diossina, anziché filosofeggiare sofisticamente sui dati dei limiti di emissione di Copersalento, al fine di trovare “fatue” giustificazioni per riaprire quel nocivo impianto! L’ARPA e l’ASL sono state chiare oltre modo: “una riapertura di quell’inceneritore, anche solo sperimentale, comporterebbe livelli di emissione di diossine superiori ai limiti fissati per legge!” Acconsentirne la riapertura, da parte della Provincia, alla luce di tutti gli elementi emersi ad ogni livello, costituirebbe la più nefanda, illegittima e volgare decisione politica imposta, per interessi speculativi, agli abitanti di questa nostra Penisola Salentina!
Le Istituzioni tornino ad essere Istituzioni con la “I” maiuscola! Tornino a tutelare i diritti e la salute della gente, loro compito fondante, e non gli interessi speculativi di pochi “amici”, specie poi, come in questo spiacevole caso, addirittura a danno della vita di migliaia di persone, adulti, anziani e bambini!
Lunedì si svolgerà l’ennesimo tavolo tecnico in Provincia con ARPA e ASL, sul caso Copersalento. Migliaia sono ormai le firme raccolte nella petizione per chiedere alla Provincia di non consentire mai più, nell’inquinato dalla diossina, feudo di Maglie e nel suo circondario, alcuna attività di combustione industriale di rifiuti e biomasse, anche perché il territorio ha bisogno per una sua naturale bonifica dalla diossina di circa una decina di anni in cui non avere più alcun' altra fonte industriale di diossina, quale è proprio l’attività di termovalorizzazione di rifiuti e biomasse; dieci anni è infatti il tempo di dimezzamento della diossina bioaccumulata nei tessuti, come sancito dagli autorevolissimi studi scientifici della IARC (International Agency For Research On Cancer), l’Agenzia Internazione per la Ricerca sul Cancro. Ciò nonostante, il vertice in Provincia non ha come scopo definire la messa in sicurezza dell’area, e porre le basi per la sua doverosa bonifica, che implica il diniego a qualsiasi attività di combustione industriale in loco, come ogni buon cittadino si aspetterebbe, ma ha invece lo scopo, come tutti gli elementi lasciano vergognosamente presagire, di consentire la riapertura dell’impianto! Riapertura “sperimentale” si dice, un termine escamotage, per far uscire l’azienda, tra le più privilegiate d’Italia, dal pantano di difficoltà giudiziarie e d’immagine in cui è rimasta intrappolata, una volta palesata scientificamente la contaminazione da diossine della catena alimentare e dei terreni e dell’aria, tutt’attorno ad essa, e la sua sovrapproduzione, oltre i limiti di legge, delle stesse sostanze, riscontrate nei suoi fumi d’emissione dall’ARPA.
La Provincia deve impegnarsi per trovare un nuovo lavoro ai lavoratori di Copersalento, finalmente sicuro, dignitoso e socialmente utile, non fonte di nocivi cancerogeni fumi per tutta la popolazione di decine di migliaia di individui di Maglie e del suo interland; popolazione vessata da un incremento di malattie tumorali, alcune persino sconosciute nei decenni passati, come ha ribadito più volte l’oncologo Giuseppe Serravezza, presidente della Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) di Lecce, ass.one aderente al Coordinamento. I tecnici di ARPA e ASL, nell’ultimo consiglio comunale aperto del 16 sett. scorso, a Maglie, hanno ribadito davanti alle centinaia di persone convenute, che l’emergenza sanitaria non si può considerare rientrata, e le ulteriori decine di capi di bestiame fatti uccidere dalla stessa Asl negli ultimi giorni per le alte dosi di diossina nei loro tessuti riscontrate, lo ribadiscono al di là di ogni sofistico immorale tentativo di ribaltare la realtà. Convocare continuamente tavoli tecnici da parte delle istituzioni di ogni livello, quasi quotidiani, al di là di ogni giustificabile sollecitudine, nei quali continuamente si chiede agli organi tecnici preposti, in una sorta di velato terzo grado, se sussista ancora la palese emergenza, vuol dire esercitare una pressione sui tecnici, che ci pare voglia a tutti i costi portarli a negare l’evidenza dei fatti.
Si legga per una seria riflessione questa toccante testimonianza inviata da un padre alla sede di Maglie del coordinamento civico.
Il mio nome è Roberto Simmini, sono di Salice Salentino. Ci siamo conosciuti in qualche incontro del Comitato Ambiente Sano. Mi trovo dal 22 gennaio catapultato a San Giovanni Rotondo perchè a mio figlio Luvi di 2 anni e mezzo è stata diagnosticata un Leucemia Linfoblastica Acuta. Vi scrivo perchè voglio raccontarvi in sintesi una piccola storia, che deve necessariamente evolversi nella direzione della salvezza, ma che mi pone interrogativi che inquietano. In quel periodo eravamo in attesa del terzo figlio, Graziano, che è nato a S.Giovanni il 16 febbraio...insomma ci siamo ritrovati scaraventati d'un colpo qui, in un batter d'occhio. C'è da dire che la fase dell'induzione di Luvi è stata piuttosto difficile e complicata, con tossicità dei farmaci che lo hanno bloccato a letto per 2 mesi, la remissione completa è stata comunque ottenuta. Ora è stato classificato come rischio intermedio e ha completato la fase della 1° reinduzione (protocolo III). Praticamente siamo sempre rimasti qui, tranne che per una settimana alla fine del consolidamento, in cui siamo ritornati nel Salento. Vi risparmio le varie riflessioni sullo sconquasso fisico e psicologico di Luvi, sulle nostre difficoltà come famiglia, sul fatto che siamo entrati in un buco nero e la nostra vita è stata completamente stravolta, ma ora Luvi sta bene, i medici sono ottimisti, per cui procediamo senza indugi verso la salvezza. Il punto è che al nostro arrivo siamo stati accolti come "l'ENNESIMO CASO SALENTINO", quel reparto in questo periodo registra un incremento di nuovi casi alquanto preoccupante, molti sono salentini; naturalmente in chi come me ha una certa storia di sensibilità e attivismo nel campo del sociale, della tutela dell'ambiente, della ricerca di nuovi stili di vita, questa consapevolezza non ha certo destato sorpresa, sapevamo tutto, sappiamo bene tutti dove viviamo, cosa respiriamo e mangiamo, sappiamo bene che da anni hanno deciso di fare del Salento, ma oserei dire della Puglia, una terra di morte, i progetti purtroppo non si fermano, perchè stanno deliberatamente pianificando la morte delle persone per favorire megastrutture di falso progresso, di falsa civiltà. Cerano è lì che brucia. L'Ilva è lì che uccide. Le discariche delle cave salentine sono lì a fermentare schifezze. E, come se non bastasse, ecco che il megasansificio di Veglie è già pronto, ecco il progetto di un nuovo mega-inceneritore-termovalorizzante, o inquinante centrale a biomasse che sia, da realizzare proprio a Maglie, Città già tanto vessata ed inquinata dall’inceneritore di biomasse e rifiuti di Copersalento, e così tante altre stronzate che vogliono disseminare qua e là, non ultimo il nucleare. Quando ero ancora salvo, stavo a informarmi, informare, frequentavo i comitati, scrivevo canzoni per tentare pacificazioni con questa terra, mi preoccupavo per il futuro, i figli...insomma, molto normalmente pensavo con tempi dilatati nella speranza appunto di rimanere salvo: banca etica, commercio equo e solidale, futuro sostenibile, sobrietà..insomma tante belle parole, vane...Ora non sono più salvo, perchè Luvi ha la leucemia, perchè è una brutta malattia della quale ho capito poche cose, tra cui che sicuramente non viene per volontà divina e che l'incubo della recidiva durerà per anni, per cui la guarigione di fatto è un concetto molto poco concreto. Perchè vi scrivo? non lo so, ma forse perchè probabilmente non torneremo più nel Salento, a casa perché non potrei proprio sopportare l'idea di ritornare, con tutti quei progetti di morte prossimi alla realizzazione, non sopporto l'idea di ritornare ed essere trattato dalla mia"comunità(??)" come lo sfigato di turno a cui gli è capitata quasi per caso una brutta vicissitudine, quando invece io sento di essere tra coloro (non pochi) che stanno pagando per tutti le scelte dannose di tutti, perchè ora è l'indifferenza che fa si che questi problemi possono solo aggravarsi, per le famiglie, per la società. Io mi sento di essere un problema di comunità, di generazione, non certo l'eccezione, ma questo è un messaggio che è difficile far passare ai "salvi". Noi "non salvi" abbiamo ora un cervello che funziona in modo completamente diverso dagli altri, per cui il nostro concetto di tempo e di spazio è alterato, ora è perfettamente incarnato nella realtà, prima no, quindi probabilmente potremmo facilmente non tornare più, non perchè altrove la situazione sia migliore, anzi...ma almeno non mi sentirei spettatore inerte e vittima di un modo di fare irragionevole e spietato. Ho due figli ancora sani da tutelare e non posso permettere che queste perenni fumose fornaci di morte, mostri, questi Orchi del malaffare, quali sono gli inquinantissimi e nocivi inceneritori e le centrali a biomasse, me li portino via: a 5 km c'è un mega sansificio già pronto a colpire che fortunatamente è stato in qualche modo bloccato, fino a quando?etc..etc..etc. Io vorrei darmi un'ultima possibiltà di appartenere alla mia terra, con Annarita, mia moglie, stiamo pensando al modo di poter essere testimonianza attiva...sarebbe utile, ad esempio, che i bimbi ricoverati, le loro tormentate famiglie, quei reparti di sofferenza finiscano di essere fantasmi, invisibili, il mondo ignora la nostra presenza, la nostra essenza, la sofferenza quotidiana, dove davvero ogni minuto risulta essere prezioso e ogni manovra è di straordinaria importanza e Luvi fortunatamente è tra quei bimbi che hanno carte da giocare...ma ce ne sono molti, troppi che non hanno speranze, alcuni già riposano in pace (e ne abbiamo visti e conosciuti e amati in questi mesi) altri sono all'ultima sfavorevole battaglia. Sarebbe molto utile tutto questo, ma è difficile, per cui io vi chiedo di condividere con noi intanto questa esperienza: se la nostra storia può essere utile come testimonianza attiva, se è possibile tentare un coordinamento dei genitori...insomma se avete contatti utili che possano farci sentire utili nonostante la lotta che dobbiamo ancora affrontare; ho provato a contattare Caparezza, i Sud Sound System, anche i Negramaro (sono un po' musicista e credo fortemente nella capacità di creare consapevolezza), invitandoli nel reparto, intanto a dare un po' di sollievo ai bimbi, ma anche per contribuire a farli uscire dallo stato di "fantasma" e renderli visibili nel mondo, non rinchiusi nei ghetti della sofferenza, ma come avamposto di una società in crisi che deve cambiare per salvarsi...non ho ancora risposte, ma se avete la possibiltà di contattarli, fatelo,mettiamoci in contatto, progettiamo insieme una grande campagna di informazione, troviamo dei giornalisti seri, dei preti veri, la società civile...però, vi prego, non coi modi e i tempi dei "salvi", ma con quelli di chi salvo non lo è più. Vi lascio il mio numero di telefono:347 8836083 giusto per avere un contatto diretto, per qualche mese saremo ancora qui, anche se io scendo spesso. Scusate se sono stato lungo e forse confuso, ma come potete ben immaginare c'è tanto da dire, se mi lasciassi andare probabilmente non finirei più, per cui sono costretto ad accennare qualcosa senza approfondirla e non sempre mi riesce esprimermi al meglio. Complimenti per il vostro preziosissimo lavoro. Vi saluto nella speranza di ritrovarci insieme...per Graziano, Luvi, Viola,per Annarita e Roberto.
Roberto Simmini