Uccelli: ai cacciatori lo jus necis
"Sarà un’annata “magra” per le doppiette salentine a caccia di selvaggina. La stagione venatoria è ormai cominciata, ma di lepri e fagiani non c’è quasi più traccia. Ed è crisi anche per i cacciatori. «Il nostro territorio è ormai fin troppo antropizzato», sostiene Giovanni Ciccarese, presidente di Federcaccia Lecce, che spiega: «La proliferazione di pannelli fotovoltaici e pale eoliche nelle campagne salentine ha stravolto in breve tempo il nostro ecosistema, perché l’insediamento di questi impianti comporta l’uso di diserbanti ed erbicidi che si diffondono a macchia d’olio anche nei terreni circostanti, dove avvelenano le coltivazioni e fanno strage di animali. Non di rado, durante le nostre battute di caccia, troviamo beccacce e altri uccelli avvelenati disseminati sul terreno».
Tuttavia, se la selvaggina scarseggia da queste parti, è anche perché fino ad oggi poco o nulla s’è fatto per garantire il ripopolamento delle specie. «Come associazione – aggiunge Ciccarese – arriviamo a spendere 150mila euro l’anno per ripopolare le zone aperte alla caccia con lepri e faggiani».
La colpa, secondo Federcaccia, che riunisce 2500 doppiette salentine (su un totale di circa 6 mila), è degli Ambiti territoriali di caccia (Atc), che negli ultimi vent’anni non hanno provveduto all’immissione di nuovi capi. La pensa allo stesso modo l’assessore alle Attività venatorie della Provincia, Salvatore Perrone, che annuncia: «Stiamo preparando una gara di appalto per immettere 3mila faggiani e mille lepri in aree protette provinciali, per garantire il ripopolamento di queste specie che, al di là delle esigenze dei cacciatori, sono importantissime per l’equilibrio del nostro ecosistema. Purtroppo - prosegue - le mancanze che ci sono state negli ultimi anni da parte degli enti preposti, ci hanno portato ad essere l’ultima provincia pugliese per numero di selvaggina».
Se pur in ritardo, insomma, qualcosa di muove. Intanto mercoledì scorso è scattata la pre-apertura della stagione venatoria 2010-2011, che partirà ufficialmente domenica 19 settembre. Fino ad allora, i cacciatori potranno sparare, esclusivamente a gazze e tortore, soltanto nella giornata di oggi e domenica 12. Ma le associazioni non ci stanno, e criticano i nuovi termini e condizioni imposti dal calendario venatorio regionale.
«È chiaro che quando al cacciatore si dice di andare a caccia di gazze, uccelli di nessuno interesse venatorio e per lo più presenti in aree urbanizzate, e non di quaglie, selvatico tipico dell’estate-autunno meridionale, si provocano sdegno e mortificazione – sottolinea il presidente di Federcaccia Lecce - Stessa cosa vale per l’imposizione di miseri carnieri (da venti a dieci allodole) non sufficienti per la famigliola di un cacciatore neanche per gustare il sapore di una pietanza naturale e genuina. A scatenare le lamentele è stato anche l’accorciamento della caccia al tordo che chiude il 19 gennaio anziché il 31 gennaio, mentre la caccia alla quaglia apre l'11 anziché l'1 settembre; poi il carniere che si è ridotto anche per tortore (da 10 a 5), con un numero massimo di beccacce in tutta l'annata venatoria. Dulcis in fundo, quest’anno abbiamo avuto solo tre giornate di pre-apertura, anziché cinque come nel 2009. Se a tutti questi limiti, si aggiunge il fatto che il territorio a nostra disposizione è ormai ridotto al minimo, tra impianti di energia diffusi ovunque e zone a divieto di caccia (sette le aree interdette per ripopolamento e cattura, oltre alle zone demaniali, oasi di protezione e parchi naturali, ndr) – conclude - non deve sorprendere che nell’arco di vent’anni i cacciatori salentini siano diventati un terzo, passando da 20mila a 6mila unità".
Per leggere l'articolo di Flavia Serravezza:
http://http//www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=363934&IDCategoria=1
E dunque?
Non so se ho capito bene: le pale eoliche, quando non sono ghigliottine per gli uccelli, li avvelenano; lasciamoli alle doppiette dei cacciatori, restituiamo a loro lo jus necis.
Sono molto preoccupata - insieme a Federcaccia - per la famigliola del cacciatore privata delle quaglie e che dovrà accontentarsi di miseri carnieri di venti allodole, appena.