Gli ex-LSU dalla piazza al loro Aventino
di Tony Tundo
Domani martedì 15 febbraio migliaia di lavoratori Ata ex-Lsu (i bidelli che fanno le pulizie nelle scuole) si fermeranno. Sarà la volta buona - non è esagerato, è un dato: senza pulizia, tutto è fermo - perché si capisca come certi operatori non sono figure accessorie, sono invece fondamentali e che il loro lavoro è prezioso e insostituibile
Le politiche di Tremonti e Gelmini hanno previsto tagli pesanti anche per loro da anni sfruttati e precarizzati, oggi rischiano il ritorno allo status di disoccupati, si tratta di 25000 posti di lavoro, milleduecento nel solo Salento, milleduecento famiglie in condizioni di stabile precarietà.
Quasi tutte le ditte appaltanti hanno avviato le procedure di licenziamento e da cinque mesi non pagano lo stipendio: 800 euro al mese. Migliaia di famiglie nel dicembre scorso, a Lecce, hanno manifestato nella piazza della Provincia e ai cancelli del Provveditorato, domani la protesta passa dalla piazza, sorda alla denuncia, alla scelta di un nuovo Aventino, in questo caso ben poco metaforico.
E’ una scelta estrema quanto disperata perché non ha l’appoggio concorde dei sindacati, dei quali alcuni premono perché vengano riattivate le trattative per la proroga degli appalti, altri propendono per bypassare i privati e privilegiano un rapporto diretto col MIUR.
Molte ditte appaltatrici, però, latitano letteralmente, così l’ultima carta da giocare è confidare in un’assunzione di responsabilità da parte del MIUR. L’unica possibile buona carta, perché la partita è la salvaguardia delle condizioni igienico-sanitarie delle scuole italiane, la salute di migliaia di studenti.